Export Made in Italy: business in crescita

Il trend del commercio internazionale risulta in calo, l’export del made in Italy ha registrato un +43% negli ultimi sei anni.
La situazione potrebbe migliorare nei prossimi cinque anni tenendo conto dei nuovi mercati emergenti.

Tra i Paesi della Unione Europea, l’Italia esporta principalmente in Germania, Francia e Regno Unito.

Nei mercati al di fuori dell’UE i principali mercati di sbocco sono Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone ed Emirati Arabi. I dati registrati nel trimestre settembre-novembre 2016 denotano ottime performance delle esportazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: in Cina crescono del 14,5% , in Giappone del 13,1% e negli Stati Uniti dell’8%.

Altamente significativo è il dato realtivo agli Usa dove l’Italia è il primo fornitore europeo.
 I dati degli ultimi dodici mesi rivelano che l’export verso gli Usa è ai massimi storici.
Le vendite per 36.548 milioni di euro sono pari al 2,19% del PIL, superiore ai due precedenti massimi di 2,16% del 2015 e di 2,12% del 2000.
La situazione potrebbe ulteriormente  migliorare atteso che l’amministrazione Trump ha ritirato gli Usa dai negoziati  del Trans Pacific Partnership, l’accordo tra gli Usa e altri undici Paesi del Pacifico sul libero scambio.

Il settore agroalimentare, nel 2016,  raggiungendo i 38 miliardi di euro, ha registrato un record storico con un incremento del 3%.
Dai dati di Coldiretti emerge che i prodotti italiani, quali vino, formaggi, olio, salumi e pasta, hanno un trend positivo sia in paesi dell’Unione Europea (Francia, Germania, Spagna) che sui principali mercati del Nord America, Asia e Australia.

La moda, la meccanica, l’arredamento e l’edilizia sono gli altri settori in cui, grazie alla creatività, la qualità dei materiali, l’innovazione e il processo di produzione particolarmente accurato, il made in italy è sempre più richiesto.

Le calzature e l’abbigliamento sono il settore di eccellenza storico dell’export italiano, ma anche nel campo dell’arredamento la varietà dei materiali e il design rendono tali prodotti particolarmente attraenti nei mercati esteri.

Particolare menzione meritano poi, il settore dellocchialeria il cui 80% della produzione viene assorbito dall’export verso l’Europa e l’America e quello delle piastrelle in ceramica  altro cardine  dell’esportazione italiana all’estero con un export pari all’85% della produzione.

(Dati specifici possono essere consultati su www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/commercio-internazionale/osservatorio-commercio-internazionale/statistiche-import-export)

 Una recente ricerca condotta da Confindustria ha analizzato le forti potenzialità dell’export made in Italy in relazione alle nuove economie emergenti.

Gli Emirati Arabi insieme alla Cina e Russia  offriranno il maggior contributo alla crescita,  anche se già la  nuova classe benestante,  che  si sta formando in paesi quali la vicina Polonia e l’India, hanno contribuito ad aumentare l’export negli ultimi anni.

Si calcola che nei prossimi anni le esportazioni  dell’abbigliamento aumenteranno fino a 3,5 miliardi, dai 2,6 miliardi, con metà della domanda incrementale proveniente da Russia e Cina; quelle delle calzature arriveranno a 1,7 miliardi, con un aumento di 582 milioni, metà del quale proverrà dagli stessi paesi; quelle dell’occhialeria saliranno fino a 934 milioni di euro, da 608 milioni, con un contributo di  circa la metà dell’aumento, da parte di Cina, Emirati, Turchia e Brasile.

Altri settori in espansione sono il settore alberghiero di lusso e la nautica, trainati proprio dalle  nuove classi benestanti delle economie emergenti che guardano ai prodotti italiani come un vero e proprio status simbol.

 Per maggiori informazioni contattateci  www.armanolawfirm.com/contatti/

 

 

 

 

 

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